La nostra linea
Capitolo I: ”Origine”.
La ditta Enrico Neri & snc impianti elettrici e illuminazioni d’epoca è nata nel 1986. Piccola ditta artigianale, famigliare, che si occupa principalmente del “recupero di antichi manufatti da riportare alla vita”; queste le parole del proprietario dell’azienda, Enrico Neri, alla domanda su quale fosse l’obbiettivo principale della sua impresa. Chiaramente oltre al fine principale di qualsivoglia negozio, ovvero, la vendita.
Rivela che l’idea del restauro, d’oggettistica luminosa, si manifestò alla sua mente in un lontano pomeriggio di settembre del 1987. Quella mattina mise in esposizione, in un negozio praticamente privo di merce, una coppia di basciur da tavolo appena restaurate, comprate due giorni prima a un mercatino dell’antiquariato; alle quali decise di “ridare la vita”.
Quel suo gesto non passò a lungo inosservato. Sta di fatto che nel medesimo pomeriggio le due basciur furono vendute a un signore di lì di passaggio che, attraverso un occhio acuto, le seppe riconoscere e in fine raccogliere.
Da qui, si palesò al signor Neri la possibilità di costruire un lavoro su tali “operazioni chirurgiche”. D’altronde erano ancora gli anni ottanta ove le iniziative di noi italiani erano fondate su una plausibile speranza di futuro: “tutto era possibile”.
A quel tempo l’azienda si era costituita solo come ditta individuale semplice fondata dal detentore Enrico Neri, già citato, specializzato in impianti elettrici, mediante anche l’aiuto straordinario della signora Isabella Tonati, sua moglie, esperta in beni culturali attraverso la qualifica in Parma città medioevale. All’epoca la piccola ditta non era situata ove oggi sorge il nuovo, suggestivo, atelier in via Vernazzi, intriso di una cultura a molti sconosciuta e quasi dimenticata, collocato in uno stabile di moderna costruzione. Nel lontano 1986 la piccola impresa nasceva nella culla del nostro centro cittadino, alle spalle di piazza del duomo, ubicata in borgo Montassù.
Il piccolo locale poteva vantare un’anzianità e una romanità addirittura più antica della piazza appena citata d’altronde in passato, in tale luogo, vi era situata un’antica fornace romana per la lavorazione delle terrecotte, abbandonata in seguito all’arrivo degli Unni. In questo sito ebbe inizio il sogno di due signori che vedevano nel nostro artigianato non solo un mondo e una forma di guadagno, ma un modo di essere, di vivere.
Capitolo II: “L’arte del restauro nel ridare vita agli oggetti”.
Nel mondo del restauro, come in quello dell’arte, si procede attraverso un metodo “serrato” e formato da diversi passaggi.
Il punto di partenza è pur sempre l’osservazione: comprendere lo status in cui l’oggetto si riversa a noi e come, attraverso il nostro procedimento, potergli applicare le “cure” più adatte.
Il più delle volte s’inizia con la pulizia dell’oggetto, se è ferro, o con il lavaggio, se è vetro.
Una volta eseguito il lavaggio si prosegue con “il conto dei morti”, in altre parole bisogna saper comprendere quali pezzi sono rotti o addirittura mancanti.
Una volta recuperati o aggiustati tutti i pezzi (se si è fortunati) si procede con il recupero delle strutture, che dovranno sorreggere le varie parti e l’oggetto stesso.
Le strutture il più delle volte sono adattate attraverso un lavoro artigianale: allungate o accorciate, saldate o dissaldate, rifilettate e infine verniciate. Una volta recuperate le strutture siamo quasi giunti al punto d’arrivo: il ri-assemblaggio.
Riassemblare vuol dire rimettere insieme tutti i pezzi in modo congruo e ordinato con l’aggiunta di un nuovo apparato, ovvero, l’impianto elettrico.
Una volta concluso il restauro, l’oggetto viene numerato, catalogato e delicatamente inscatolato.
Infine il tutto viene “incorniciato” e valorizzato dal nostro documento di garanzia che sta a dimostrare l’autenticità dell’oggetto e del lavoro eseguito.
N.B. I RESTAURI NON RITIRATI, DOPO UN ANNO, VENGONO DATI IN BENEFICIENZA.